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La funzione più importante dell’avviso di garanzia è quella legata al fatto che rappresenta un importante strumento per permettere alla persona indagata di esercitare il proprio diritto alla difesa, il che significa che, un volta ricevuto l’avviso di garanzia, l’indagato può adoperarsi subito per riuscire a trovare un avvocato che lo aiuti nel modo migliore.
Prima di inviare l’avviso di garanzia, però, vanno valutati tanti altri aspetti, in modo da riuscire a svolgere il tutto nel modo più corretto possibile.
-L’importanza delle indagini preliminari.
Prima di sottolineare l’importanza dell’avviso di garanzia, è opportuno evidenziare anche l’importanza che rivestono le indagini preliminari e che anticipano l’invio dell’avviso stesso. Con indagini preliminari, infatti, si indicano quelle indagini che servono a fare in modo che si eserciti pienamente l’azione penale. Inoltre, mediante queste indagini, il Pm può verificare se è necessario procedere nei confronti di un individuo, in modo da indirizzare le indagini su di lui e capire come sono andate le cose relativamente al reato di cui è accusato.
Quando arriva una notizia di reato al Pm, egli la accoglie per buona, ma è comunque necessario che egli intraprenda delle indagini per capire cosa è successo veramente. Infatti, può capitare che la notizia di reato risulti fondata, per cui il Pm deve procedere con le indagini e con la ricerca di quante più prove possibili, ma può anche succedere che la notizia di reato sia infondata, il che significa che il Pm non può fare altro che procedere alla richiesta di conclusione delle indagini preliminari e, successivamente, alla richiesta di archiviazione, anche perché nel momento in cui le indagini preliminari iniziano non significa che debbano per forza portare ad un processo, anzi, può anche risolversi tutto in un nulla di fatto.
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Per svolgere al meglio le indagini preliminari, però, sono necessari diversi elementi, a partire dalle informazioni fornite dall’indagato stesso, per poi passare alle attività sulle persone che hanno una certa conoscenza dei fatti oppure allo svolgimento di atti come le perquisizioni e i sequestri, in quanto si tratta di atti il cui obiettivo è quello di cercare prove collegate al reato e di acquisire il corpo del reato stesso e, quindi, servono per la ricerca di prove.
-Perché le indagini vanno tenute segrete?
È fondamentale che, almeno nella prima parte, le indagini vengano mantenute segrete, in quanto è da questa segretezza che dipende la buona riuscita delle indagini stesse. Inoltre, spesso, la segretezza delle indagini è legata alla gravità del reato per il quale si indaga, per cui più grave è un reato, più deve essere massima la segretezza, considerando il fatto che, in casi del genere, far trapelare informazioni relative alle indagini potrebbe comprometterne la loro buona riuscita.
Certamente, anche nei casi di reati gravi, la durata delle indagini deve avere un limite che, in genere, non va oltre i due anni, come nel caso di indagini che riguardano reati gravi, come quelli legati alla criminalità mafiosa, per i quali la segretezza dura fino a due anni.
È scontato anche che, per reati di questo tipo, non è possibile neanche chiedere delle informazioni da parte di nessuno, dal momento che si tratta di reati così particolari che far trapelare anche solo una notizia potrebbe rendere inutili i risultati raggiunti e provocare diversi problemi.
-Conclusioni.
Quindi, fino a quando il Pubblico ministero decide che vanno compiuti degli atti garantiti non può inviare l’avviso di garanzia alla persona indagata, e neanche alla parte offesa dal reato, in quanto vige il massimo segreto sulle indagini, dal momento che se non fosse così, l’indagato potrebbe adoperarsi per far sparire le eventuali prove della sua colpevolezza. Naturalmente, ci sono tante altre situazioni in gioco, come il fatto che le indagini condotte fino a quel momento non hanno portato a nulla di concreto e, quindi, il Pm si rende conto che andare avanti non serve a niente e che non può fare altro che chiedere l’archiviazione e porre fine alle indagini, senza inviare alcun avviso di garanzia all’indagato, il quale potrà anche non venire mai a sapere di essere stato indagato, a meno che non ne faccia una richiesta formale.
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Altra situazione che si può presentare è quella del compimento degli atti denominati a sorpresa, ossia quegli atti che, al contrario di quanto accade per gli atti garantiti, non richiedono alcun preavviso, né per l’indagato né per il suo difensore, in quanto se l’indagato lo venisse a sapere prima, potrebbe mettere in pericolo lo stesso buon svolgimento delle indagini e, quindi, il loro risultato finale.
Gli atti in questione sono atti come le perquisizioni e i sequestri, quindi, atti non ripetibili, per cui si capisce come ci sia la necessità di tenerli nascosti fino al momento del loro compimento e, comunque, non oltre quella che è la chiusura delle indagini preliminari.