Avvocato - Avviso di garanzia e segretezza delle indagini

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Fino al momento in cui il PM non decide che si deve compiere un atto garantito, non può inviare alcun avviso di garanzia all’indagato, in quanto deve mantenere il segreto assoluto sulle indagini, considerando il fatto che un’eventuale informazione all’indagato potrebbe compromettere l’esito delle indagini stesse. Quindi, trascorso il tempo necessario, il PM potrà inviare l’avviso di garanzia all’indagato, anche se può decidere di non inviare nulla, in quanto se le prove raccolte non sono sufficienti a procedere, può richiedere l’archiviazione, senza fare ancora indagini.

-Cosa accade dopo l’iscrizione sul registro degli indagati.

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Dopo l’iscrizione del nome dell’indagato nel registro delle notizie di reato, le indagini continuano segretamente, anche se è solo nel momento in cui il PM deve compiere un atto garantito che l’indagato viene a sapere delle indagini in corso nei suoi confronti attraverso l’avviso di garanzia, con il quale viene invitato, fra le altre cose, a nominare un avvocato di fiducia.

Con l’avviso di garanzia, l’indagato viene a conoscenza di elementi che gli inquirenti già conoscono, come nel caso della data e del luogo in cui dovrebbe essere avvenuto il reato; delle norme che si considerano violate; del numero del procedimento; del nome del magistrato del Pubblico ministero.

Poiché il PM deve inviare all’indagato l’avviso di garanzia solo nel momento in cui deve compiere un atto al quale deve assistere il difensore, nel caso in cui non dovesse essere compiuto alcun atto garantito, il PM non deve inviare alcun avviso di garanzia.

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-La segretezza delle indagini.

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Naturalmente, la segretezza delle indagini e la loro durata non vale nello stesso modo per tutti i tipi di reato. Infatti, nel caso dei reati che riguardano la criminalità mafiosa, la segretezza dura fino a due anni, in quanto le indagini non possono andare oltre i due anni e, poi, si tratta di reati per i quali non si possono richiedere informazioni circa le indagini.

Nel caso in cui le indagini riguardano, invece, reati gravi non mafiosi, la segretezza delle iscrizioni dura fino ad un anno ed anche in questo caso non se ne può fare richiesta per venirne a conoscenza.

Quando i reati sono di altro tipo, infine, il PM può decidere una durata di un massimo di tre mesi per la segretezza delle indagini, nel caso in cui ci dovesse essere il rischio dell’inquinamento delle prove.

-Cosa fa il PM.

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Il PM per compiere il suo lavoro, può usufruire dei suoi poteri di coercizione, come quello di organizzare l’accompagnamento obbligatorio dell’indagato per compiere atti come l’ispezione e l’accertamento tecnico.

Per quanto riguarda la documentazione, vengono scritti i verbali per quegli atti che devono essere usati in fase di dibattimento. Però, per garantire la massima sicurezza, gli atti ai quali deve assistere il difensore vanno depositati nella segreteria del PM, in modo che se ne possa fare il giusto uso per una difesa più efficace.

Gli atti delle indagini preliminari possono essere usati per varie cose, mentre molto più limitato è il loro uso in fase di dibattimento. Inoltre, c’è differenza tra gli atti d’indagine del PM, che raccoglie fonti di prova, e atti d’indagine del giudice dibattimentale, che raccoglie prove.

Per trovare quante più fonti di prova possibili, in relazione al reato verso cui sono indirizzate le indagini, il PM compie degli atti importanti, tra i quali vi sono:

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-‘consulenze tecniche’, con le quali si svolgono tutte quelle operazioni che necessitano di specifiche competenze tecniche, ma che non sono atti garantiti e, quindi, non richiedono alcun preavviso;
-‘accertamenti tecnici non ripetibili’, che devono essere svolti quando ci sono accertamenti che non si potranno mai ripetere, in quanto soggetti a modificazione, e si tratta di atti per i quali il PM deve informare l’indagato, il difensore e la persona offesa;
-‘assunzione di informazioni’, che consiste nell’ascoltare persone che possono fornire informazioni utili relativamente alle indagini e che potranno essere testimoni in un eventuale processo, ma non trattandosi di un atto garantito, non è necessario alcun preavviso;
-‘individuazione di persona’, che consiste nel riconoscimento di qualcosa o di qualcuno da parte di una persona, ma anche in questo caso si tratta di un atto ripetibile, per cui non è un atto garantito e, quindi, non serve preavviso;
-‘interrogatorio dell’indagato’, che consiste nel fatto che l’indagato può difendersi relativamente ad un preciso fatto che gli viene contestato, per cui è un atto che richiede il preavviso al difensore, anche se non è necessario che il difensore sia presente;
-‘confronti’, che si verificano nel momento in cui è necessario confrontare le informazioni riportate da persone informate dei fatti, per cui se vi deve partecipare l’indagato, è necessario che il difensore venga informato dell’atto.

In ogni caso, è importante sottolineare come la possibilità di scegliere un difensore di fiducia sia fondamentale per difendersi efficacemente.