Avviso di garanzia e iscrizione nel registro degli indagati

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L’iscrizione nel registro degli indagati non comporta l’invio dell’avviso di garanzia, in quanto anche dopo che ci si ritrova iscritti in tale registro, le indagini possono tranquillamente continuare senza far sapere ancora nulla all’indagato.

Sarà solo il PM a decidere il momento in cui, essendo necessario il compimento di alcuni atti che richiedono la presenza del difensore dell’indagato e, in alcuni casi, anche dell’indagato stesso, dovrà essere comunicato il tutto all’indagato che, a quel punto, potrà nominare il suo difensore.

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-Cosa succede se si viene iscritti nel registro degli indagati?

Nel momento in cui il nome dell’indagato viene iscritto nel registro delle informazioni di reato, le indagini su di lui devono continuare a rimanere segrete. Solo quando il PM dovrà compiere un atto garantito, allora, l’indagato potrà ricevere ufficialmente la notifica dell’esistenza di un procedimento penale in corso su di lui, ossia l’avviso di garanzia, con il quale si consiglia all’indagato la nomina di un difensore di fiducia.

In generale, è facile venire a conoscenza di eventuali indagini sul proprio conto, sia se si riceve l’avviso di garanzia, sia se si fa richiesta di ciò alla Procura della Repubblica. Solo se i reati per i quali la persona interessata viene indagata sono reati molto gravi, allora, non è possibile venire a conoscenza di niente.

I casi particolari per cui non si possono ricevere notizie circa indagini in corso riguardano reati gravi, come ad esempio reati legati alla criminalità mafiosa oppure quando il PM ritiene che un avviso di garanzia possa compromettere il prosieguo delle indagini, a causa di un possibile inquinamento di prove.

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Questo significa che, anche se in casi del genere l’indagato dovesse fare richiesta per avere informazioni circa eventuali indagini su di lui, non gli verrà riferito nulla.

-Cosa contiene l’avviso di garanzia?

L’avviso di garanzia contiene le informazioni necessarie a far capire all’indagato dell’esistenza di indagini su di lui, anche se la parte più importante contenuta in esso riguarda l’invito a cercare un difensore di fiducia, in modo da poter esercitare appieno il proprio diritto di difesa. Tutte le altre informazioni presenti sono importanti, ma comunque non vanno nello specifico e servono solo a dare un’idea su cosa vertono le indagini.

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Le notizie più specifiche si riferiscono al momento in cui il Pubblico Ministero sta per compiere il primo atto che necessita della presenza del difensore, in modo che l’indagato venga a conoscenza non solo dei suoi diritti, ma anche dei suoi obblighi, ossia l’obbligo della difesa nel processo; l’invito a nominare un proprio difensore; le generalità del difensore d’ufficio, nel caso in cui dovesse essere nominato; l’obbligo a pagare il difensore d’ufficio; la possibilità di usufruire del patrocinio gratuito nel caso in cui, per problemi economici, l’indagato non potesse pagare l’avvocato d’ufficio.

-Dopo quanto tempo è previsto l’arrivo dell’avviso di garanzia?

Prima che l’avviso di garanzia venga inviato all’indagato, le indagini preliminari, che anticipano un possibile futuro processo, devono essere condotte nella più assoluta segretezza, anche perché è da queste indagini che si deve capire se ci sono le basi sufficienti ad intraprendere un’azione penale.

Le indagini hanno una durata diversa, a seconda della gravità del reato in questione, anche se in genere la durata non deve superare i sei mesi a partire dall’iscrizione della persona nel registro degli indagati.

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Sarà solo il PM, nel momento in cui dovrà compiere degli atti che richiedono l’assistenza del difensore a decidere per l’invio dell’avviso di garanzia, calcolando il provvedimento dalla data della sua consegna all’indagato, avviso che continua fino al momento in cui ci sarà l’udienza preliminare, ossia quando si deciderà di archiviare il caso o di portarlo avanti, il che significherà arrivare al processo.

-Conclusioni.

Quando il PM inizia a svolgere le indagini è perché gli sono stati trasmessi degli atti sulla base di una denuncia circa la commissione di un reato, il quale si è rivelato essere fondato e, quindi, degno di ulteriori approfondimenti.

Le indagini possono durare per un massimo di sei mesi, che aumentano ad un anno per reati più gravi, come:

-stragi;
-associazioni di stampo mafioso;
-sequestro di persona;
-traffico di droga:
-prostituzione e pornografia minorile;
-tratta di persone;
-violenza sessuale.

Nel caso in cui il PM non dovesse riuscire a terminare le indagini entro i tempi stabiliti, potrà chiedere una proroga che, però, non può andare oltre i sei mesi.

Quando la denuncia fatta riguarda reati meno gravi, l’indagato può avere notizie sulle indagini o con l’avviso di garanzia oppure con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari oppure con la notifica del verbale di elezione di domicilio, in cui si invita ad indicare un domicilio dove ricevere gli atti relativi al processo.

Se, invece, i reati per cui l’indagato è denunciato sono più gravi, allora, egli lo scoprirà solo quando sarà arrestato.